Loretta Goggi (attrice – soubrette)
Roma 21. 2. 2008
Intervista di Gianfranco Gramola
Una brava artista delusa dalla Tv
Loretta è nata a Roma il 29 settembre del
1950, da papà Giulio (ex funzionario della Camera dei Deputati ) e da mamma Costanza. E’ l’artista per eccellenza, una
donna dotata di un autentico talento artistico, capace di cantare, ballare,
intrattenere, recitare, condurre trasmissioni televisive e addirittura imitare.
A poco più di 10 anni viene accompagnata dai genitori ad un provino per
partecipare ad uno sceneggiato televisivo diretto da Anton Giulio Majano,
“Sotto Processo” i cui attori principali sono Ilaria Occhini ed Alberto
Lupo. Ottiene la parte e quel ruolo segna l’inizio di una vera e propria
carriera di attrice televisiva che la porta a recitare in quasi tutti gli
sceneggiati televisivi più importanti degli anni 60, tra i quali, solo per
citarne alcuni, “La cittadella” al fianco di Alberto Lupo, “E le stelle
stanno a guardare” con Giancarlo Giannini, “I miserabili”, “Le avventure
del Commissario Maigret” con Gino Cervi e “La vita di Dante” con Giorgio
Albertazzi. Tra uno sceneggiato e l’altro incide il suo primo disco, “Se la
cercherai”, un brano scritto da Nico Fidenco e pubblicato dalla RCA. La vera,
prima, grande occasione arriva nel 1969 quando Anton Giulio Majano le affida il
ruolo di Joan Sadley nella trasposizione televisiva del romanzo “La Freccia
Nera”, accanto ad Aldo Reggiani ed Arnoldo Foà. Il grande successo dello
sceneggiato regala a Loretta una enorme popolarità, le prime copertine
importanti, la parte di protagonista nel film “Zingara” con Bobby Solo ed il
primo contratto discografico con la Durium, per la quale incide il primo 45 giri
ufficiale pubblicato con il suo nome per intero, dal titolo “Fino
all’ultimo”. Il brano viene presentato in tv nella trasmissione “Incontri
Musicali”, in cui Loretta si cimenta nel ruolo di presentatrice ed imitatrice.
Nei primi anni 70 la carriera di Loretta inizia a virare sempre di più verso il
varietà e l’intrattenimento in genere; viene scelta come presentatrice di
alcuni “speciali” televisivi tra cui “Incontro con..Lucio Battisti”, è
conduttrice di vari programmi radiofonici e parallelamente continua a farsi
strada nel mondo della canzone con la realizzazione di un altro singolo per la
Durium dal titolo “Cibù Cibà”, scritto da Paolo Limiti. Nel 1971 un’altra
grande occasione: Loretta è ospite in una trasmissione radiofonica condotta da
Pippo Baudo e, quasi per caso, improvvisa alcune imitazioni di cantanti famose
durante la registrazione della puntata. Baudo ne rimane folgorato, intuisce il
talento di show-girl di Loretta e le propone di affiancarlo nella conduzione
della trasmissione televisiva “La freccia d’oro” alla quale seguono un
nuovo disco dal titolo “Ti chiedo scusa” e partecipazioni come ospite in
numerose trasmissioni di successo, a volte anche accompagnata dalla sorella più
piccola, Daniela, anche lei attrice in sceneggiati di successo (“David
Copperfield”, “E le stelle stanno a guardare” ecc.). Nell’estate dello
stesso anno Loretta incide un nuovo brano “Io sto vivendo senza te” con il
quale partecipa a “Il disco per l’estate” ed un brano per bambini che
viene venduto abbinato a due bambole dal nome “Cico e Bum”. Nel 1972 Baudo
propone Loretta come sua partner in Canzonissima. I dirigenti Rai sono scettici
ma, dopo averla “sperimentata” in un varietà di una sola puntata intitolato
“Teatro 10” a fianco di Franco Franchi, confermano Loretta alla trasmissione
del sabato sera. L’idea si rivela vincente: Loretta diventa una beniamina del
pubblico televisivo, la sigla della trasmissione “Vieni via con me (Taratapunzi-e)”
è uno dei maggiori successi discografici dell’anno ed il suo poliedrico
talento le fa guadagnare la “Maschera d’argento”. Il 1973 segna un altro
momento importante nella carriera di Loretta: il sodalizio artistico con
Alighiero Noschese nella trasmissione “Formula 2”. Dopo un periodo di
volontario allontanamento dalle scene Loretta nel 1975 firma un nuovo contratto
con la CBS-Sugar e torna a cantare proponendo al pubblico due brani “Loretta
con la O” e “Dirtelo, non Dirtelo”, una canzone che diventerà uno dei
suoi più grandi successi; il brano parte un po’ in sordina ma, riproposto
qualche mese dopo l’uscita all’interno dello sceneggiato musicale “Dal
primo momento che ti ho visto” in cui Loretta è affiancata da Massimo
Ranieri, diventa una vera e propria hit discografica. Negli anni successivi
Loretta decide di puntare sulla canzone e, prodotta da un big della musica come
Totò Savio, inizia a proporsi come cantante vera e propria con brani che
diventano dei successi discografici (“Ancora Innamorati”) e che propone
all’interno di uno spettacolo itinerante dal titolo “Go & Go” che, in
coppia con Daniela, porta in tutta Italia per ben due anni consecutivi e la cui
sigla “Domani” diventa a sua volta un successo discografico. La coppia
Loretta-Daniela piace e la Rai affida alle due sorelle il ruolo di protagoniste
ne “Il Ribaltone” una trasmissione antesignana degli attuali spettacoli del
Bagaglino-Salone Margherita fatta di musica, satira, comicità e danza. Nel 1979
il sodalizio artistico con Daniela si scioglie e Loretta diventa primadonna
della TV italiana presentando il primo “Fantastico”, trasmissione abbinata
alla Lotteria Italia, a fianco di Heather Parisi e Beppe Grillo per la regia di
Enzo Trapani. Loretta cambia casa discografica e inizia un proficuo rapporto con
la Wea per la quale incide quelli che diventeranno i suoi cavalli di battaglia.
Da “L’aria del Sabato sera” in poi è un successo dopo l’altro fino a
“Maledetta Primavera”, una canzone che è diventata un classico della musica
leggera italiana, che Loretta presenta al Festival di Sanremo nel 1981
guadagnando la seconda posizione. Gli anni 80 sono l’inizio di un periodo di
grandi soddisfazioni per Loretta che è conduttrice del primo varietà di Canale
5 (“Hello Goggi”), protagonista a teatro al fianco di Gigi Proietti della
commedia musicale “Stanno Suonando la Nostra Canzone” e, per la prima volta,
unica conduttrice delle due puntate della rassegna musicale “Gondola
d’oro” di Venezia. Nel 1982 Loretta torna alla radio con un programma
dal titolo “Effetto Musica” per Radio Rai e continua a cantare con un nuovo
album dal titolo “Pieno d’Amore” che promuove nelle maggiori trasmissioni
televisive del momento tra cui “Domenica In”, “Premiatissima”, “Un
milione al secondo”. Nel 1983 una nuova scelta azzardata che si rivela
vincente: “Gran Varietà”, anche questo un programma pioniere di una nuova
emittente privata “Retequattro”. Loretta è affiancata da Paolo Panelli e
Luciano Salce, che è anche regista della trasmissione. Nell’autunno del 1983
il ritorno da Mamma Rai con una novità: “Loretta Goggi in quiz” che, come
dice il titolo, è sì un quiz ma condotto da Loretta Goggi che pertanto lo
infarcisce con musica, intrattenimento, gossip al pianoforte con Memo Remigi,
balletti in coppia con Gianni Brezza e le canzoni del suo repertorio. La
trasmissione diventa un successo, vince il Telegatto, e per la prima e unica
volta nella storia Loretta accetta di fare il bis e riproporla nella stagione
televisiva 1984-1985, sempre con Memo Remigi e con Fabio Fazio, al suo debutto
come ospite fisso. Nel 1986, dopo quasi un anno di pausa volontaria dalle scene
e qualche sporadica partecipazione come ospite in una trasmissione di Luciano
Rispoli dal titolo “Il tappeto volante” e nella “Domenica In” di
Damato-Gardini, un grande ritorno in TV come conduttrice. Loretta presenta –
prima donna a farlo da sola - il Festival di Sanremo, e sua è anche la sigla,
“Io Nascerò”, un brano di Mango, che diventa disco d’oro e che segna
l’inizio di una collaborazione con l’etichetta Fonit-Cetra. Subito dopo il
Festival Loretta conduce, con il debuttante Alessandro Cecchi Paone, “Il
bello della diretta”, varietà con satira, test psicologici e momenti di
comicità durante il quale presenta un nuovo album “C’è Poesia”, un disco
composto da brani inediti e cover interpretate in duetto con i loro autori, a
tutt’oggi il più venduto della sua discografia. La collaborazione con la Rai
continua, in maniera serrata, negli anni successivi con “Canzonissime”
(1987), un programma dedicato alla storia della musica italiana, “Ieri, Goggi
e Domani”, rotocalco pre-serale di spettacolo e attualità, e “Via Teulada
66” programma contenitore di mezzogiorno, tutti scritti in tandem con Gianni
Brezza che ne è regista. Ad ogni trasmissione è legato un nuovo disco: dopo il
primo “C’è Poesia” esce un secondo volume dello stesso disco, “C’è
Poesia 2”, seguiti da “Donna io Donna tu” e da “Punti di Vista”. Dopo
“Via Teulada 66” Loretta decide di prendersi un periodo di riposo e per
circa due anni resta lontana dalle scene artistiche per tornare nella primavera
del 1991 su Telemontecarlo con “Festa di Compleanno”, in seconda serata.
Chiusa l’esperienza con Telemontecarlo Loretta si allontana ancora una volta
dalle scene e nei primi anni 90 le apparizioni in TV sono rare, tra queste
ricordiamo “Serata d’onore” nel 1992 e “Il canzoniere delle feste” nel
1993 E “Primadonna”, un programma dedicato alle donne condotto da Ombretta
Colli. Il grande ritorno sulle scene è a teatro, grazie all’intervento
provvidenziale di Pietro Garinei che nel 1995 convince Loretta a fare coppia con
Johnny Dorelli in “Bobbi sa tutto”, 4 atti scritti da Gigi Magni, Iaia
Fiastri, Age e Scarpelli, Benvenuti e De Bernardi. Due anni di tournèe, teatri
esauriti in tutta Italia, uno strepitoso successo per questa coppia artistica
che si ricostituisce anche in TV nella fiction “Due per Tre” in onda su
Canale 5 all’interno di Buona Domenica. Nel 1999, dopo alcune parentesi
televisive tra cui “Innamorati Pazzi” e ben quattro edizioni di “Viva
Napoli” come co-conduttrice al fianco di Mike Bongiorno, un nuovo ritorno a
teatro con “Hello Dolly”, il famoso musical americano. Quattro anni di
tournee in tutta Italia, incassi miliardari, teatri esauriti, file ai
botteghini, cd ristampati per ben tre volte. Nel 2004 una nuova parentesi
teatrale, questa volta con la regia di Lina Wertmuller che per lei inventa il
ruolo di una estrosa, dinamica e vitale regista che raccoglie attorno a sé un
gruppo di aspiranti attori e li istruisce al fine di mettere in scena un’opera
di Shakespeare. Il risultato di tutto ciò è “Molto Rumore – senza rispetto
– per nulla”, una sorta di rielaborazione in chiave musicale e a tratti
dissacratoria del capolavoro del grande drammaturgo inglese. Lo spettacolo viene
presentato in anteprima a Verona a fine Luglio e poi viene portato in tournée
in tutta Italia da ottobre ad aprile, sempre con grande successo.
Riconoscimenti
Disco magico - Noce d'oro - World Popular
Song al Festival di Tokyo - Maschera d'argento (massimo premio teatrale
italiano) - Disco d'oro (1973) - Premio Naxos (diversi) - Rosa d'argento al
Festival di Montreaux per Il ribaltone - Teelegatto per la sigla L'aria del
sabato sera (1980) – 2° cl. Al Festival di Sanremo 1981 con Maledetta
Primavera - Disco di Platino (1981) - Vela d'oro a Riva del Garda (1981) -
Grammy Award (Germania 1982) - Telegatto per Loretta Goggi in quiz (1984) -
Positano Top Parade Loretta Goggi in quiz (1984) - Telegatto come personaggio
femminile dell'anno (1988) - 2 Oscar della TV per la sigla di Via Teulada, 66
(Il mio uomo) e personaggio femminile (1989) - Microfono d'argento (1989) –
"Campionato vela" Punta Ala - Biglietto d'oro per Bobby sa
tutto con Johnny Dorelli (1996) - Artista dell'Anno I.M.T.A. (Italian Musical
Theatre Award) 2000 - Oscar del musical (2000) - Viva Napoli con il brano
"Cu'mme", duetto con Enzo Gragnaniello - Premio Canova "Oltre lo
spettacolo" (2002).
Ha detto:
- Non riesco quasi mai a fra parlare di me i
settimanali rosa: so cucinare, sono puntuale, fedele, amante degli animali. E
ho il vizio di mangiarmi le pellicine. Così, purtroppo, non si diventa divi.
- Io rido perché sono un cuor contento. Rido
quando mi alzo e quando vado a dormire. E’ un difetto? Forse. Cerco di
correggerli i difetti, a volte ci riesco a volte, no.
- Io e Gianni abbiamo deciso insieme di
lasciare un certo tipo di televisione: a lui non piaceva essere considerato il
principe consorte e non piace neanche a me.
- Una mia definizione come donna e come
attrice? Il vulcano di Stromboli.
Curiosità
- Loretta è anche la prima doppiatrice di
Titti, il famoso canarino dei cartoons, al quale Gatto Silvestro (ai tempi
doppiato da Gigi Proietti), da tempo immemorabile dà inutilmente la caccia.
- All’attività di attrice ha affiancato
quella di doppiatrice; è sua la voce di Ornella Muti, Silvia Dionisio, Mita
Medici e Agostina Belli nei loro primi film, di Kim Durby ne “Il Grinta”,
film western con John Wayne, di Katharine Ross in “Ucciderò Billy the Kid”
e di tante altre attrici italiane e straniere.
- Con il nome di Daniela Modigliano, nel
1966, ha partecipato al programma per debuttanti “Settevoci”.
- Con
il marito possiede la barca "Lori’s Eyes" (gli occhi di Loretta).
- La sua canzone “Maledetta Primavera” ha
venduto 1 milione di copie in tutto
il mondo.
- Il 26 aprile 2008, dopo anni di convivenza,
Gianni e Loretta si sono sposati con rito civile, in quel di Orbetello.
Intervista
L’ho contattata sulla sua segreteria
telefonica. E’ in casa, tranquillità e beata e si sta riposando. In questi
giorni Loretta è molto impegnata al teatro Sistina, con il suo one-woman show
“Se stasera sono qui”, diretto dal marito Gianni Brezza.
Come ricordi la Roma della tua infanzia,
Loretta?
Ho un ricordo bellissimo di dove sono nata,
cioè in piazza dell’Orologio, vicolo Sforza Cesarini, esattamente in un
attico e super attico di vicolo Sforza Cesarini. Quindi vicino alla Chiesa
Nuova, di fronte a Campo de’ Fiori. Ho un ricordo bellissimo dell’atmosfera
che c’era, si andava ancora a prendere il latte nelle bottiglie di vetro,
quelle con il vuoto a rendere, ricordo la mia chiesa dove andavo la domenica.
Ricordo che non c’era l’ascensore e per la spesa, mia nonna calava il
cestino e il fornaio o i fornitori, ci mettevano le cose dentro e poi si tirava
su il cestino. Cose così si vedono ancora nei film in bianco e nero.
Attualmente com’è il tuo rapporto con
Roma?
Con Roma ho un bel rapporto, nel senso che
Roma è una città che ti apre le braccia. Quindi in qualsiasi momento,
qualsiasi persona arrivi in questa città non si sente isolata, non si sente
sola o abbandonata. Si sente a casa, insomma. Poi per certi versi Roma ha dei
difetti che sono probabilmente comuni a tutte le città che hanno un bel clima e
quindi una certa rilassatezza, una mancanza di puntualità, un grande traffico e
si vive molto all’aperto.
Il tuo rapporto con la cucina romana?
La cucina romana mi piace tanto, mi piace
tanto quella bella tosta, quella di una volta. La coda alla vaccinara, la paiata,
i carciofi alla giudia, la matriciana… sono proprio un amante della cucina
verace romanesca. Quando capita andiamo con gli amici a Testaccio o in certi
posti dove si sa che si può trovare una cucina rustica, casareccia.
Hai sempre abitato in centro?
No! No, purtroppo no. Ho vissuto lì fino a
sei anni, dopo di che sono passata a vivere a piazza Irnerio, che sta nella zona
di via Aurelia, dietro il Vaticano, insomma.
Cosa ti manca di Roma quando sei via per
lavoro?
Devo dirti la verità, cioè che io mi sento
una cittadina del mondo, nel senso che sono abituata fin da quando ero bambina a
viaggiare per lavoro. Io ho iniziato molto presto a lavorare nel mondo dello
spettacolo e quindi Roma per me rappresenta casa, il tornare a casa.
L’atmosfera, la mia casa, la mia stanza, le mie cose, il mio clima, il mio
terrazzo dove di fronte vedo la cupola di San Pietro. E’ proprio il senso del
ritorno a casa e cioè casa dolce casa, come si usa dire.
I romani come li trovi?
Come ti dicevo prima, se tu a Roma sei
triste, ti fermi a sentire i ragazzi che parlano, il tassista o i negozianti che
parlano e tu ti senti a casa e quindi non ti senti abbandonato. Sono un po’
strafottenti, è vero, e il personaggio tipico romano che lo rappresenta al
meglio è proprio il Rugantino, tanto per capirci. Oltre la strafottenza c’è
da dire che i romani sono leggermente indolenti, perché questo fa anche parte
del clima romano che è sempre bello e quindi invita al riposo e quindi ad una
certa rilassatezza e quindi i romani sono apparentemente poco dinamici. Dico
apparentemente, perché i tempi cambiano e quindi tutto quello che una volta
dicevano, cioè che solo i milanesi lavorano e i romani invece no, non è più
vero. Certamente se tu vai in un ufficio pubblico, alle poste o in una banca al
nord, c’è un saluto innanzitutto, c’è una civiltà e c’è una certa
efficienza, non si perde il tempo in chiacchiere, ecc… Tu vai a far la fila
alle poste a Roma e ci sono quei due che parlano della malattia della figlia,
del pediatra e di questo e di quello e fanno una specie di salotto,
nell’attesa del proprio turno. Però questo è anche bello e ti dà il senso
del non meccanico e quindi ti rilassa e nell’attesa uno ascolta questo o
quello. I romani sono molto più rilassati rispetto a quelli del nord.
Poi tutti hanno difetti e pregi, o no, Gianfranco?
Certamente. Per
un’artista, Roma cosa rappresenta?
Roma in questo senso è la Capitale dello
spettacolo, io parlo proprio come studi televisivi, come studi del cinema, vedi
Cinecittà.
E del teatro, no?
Riguardo alla cultura del teatro, devo dire
che c’è anche al nord, forse anche di più, proprio perché si sta al chiuso
e quindi la gente o sta a casa o va a teatro, non sta in giro per la città a
fare tardi per ristoranti e pizzerie e a mangiare all’aperto. Questo è un
po’ una abitudine nostra, più che al nord. Diciamo che tutta la parte che
riguarda lo spettacolo è partita intorno agli anni ’50 – ’60, con Roma,
la Dolce Vita, via Veneto e i paparazzi, Fellini, Cinecittà, ecc…
Il personaggio con cui hai lavorato e che
ricordi con molto affetto? So che hai lavorato con il mitico Alberto Lupo…
Come no! Lui è stato il mio primo papà
cinematografico. Ho ricordi bellissimi di tutte le persone con cui ho avuto la
fortuna di lavorare. Naturalmente c’è Alberto Lupo, c’è Anton Giulio
Majano, Gino Cervi, Paolo Stoppa, Giancarlo Giannini, Sergio Tofano, ecc…
Tutti bravissimi, da cui ho imparato qualcosa.
Parliamo del tuo spettacolo che
rappresenti al Sistina. Cos’è un musical o una commedia? Io ero rimasto al
tuo “Hello, Dolly”.
Una cosa vecchia, perché dopo ho fatto
“Molto rumore, senza rispetto per nulla”, della Wertmuller e altre cose.
“Se stasera sono qui” non è un musical, ma uno spettacolo o meglio uno
“one woman show”, dove ripropongo una Loretta Goggi a tutto tondo, però con
una caratteristica in più che è quella di interagire con il pubblico, di
chiacchierare con la gente presente in sala e farla sorridere con monologhi
comici, brillanti. Cose che io non ho mai fatto nemmeno quando ero una
conduttrice televisiva.
Ti manca la televisione?
No! (risposta secca) La vedo
tranquillamente, ne apprezzo le cose che mi sembrano innovative, apprezzo
l’informazione, apprezzo alcune fiction, apprezzo i grandi come Ranieri,
Panariello, Fiorello, Renato Zero, ecc.. personaggi che riescono a fare degli
spettacoli che sono dei recital. La guardo perché ne fruisco, solo che capisco
che se non ho un’idea giusta, non è il caso di farla. Non è una delusione
fatta solo per gli artisti, perché non è più la televisione del sogno di una
volta e quindi è una delusione legata alla realtà, dove i protagonisti sono
gente comune e gli artisti devono fare teatro o cinema. Lo stesso Proietti se
non fa il Maresciallo Rocca, non fa varietà, ma teatro. Eppure lui è un grande
mattatore.
Fra tutte le vallette e soubrette
televisive, vedi una nuova Loretta Goggi?
Direi proprio di no, perché non c’è più
la televisione che le prepara.
Vanno all’Isola dei famosi o a qualche
altro reality e diventano famose e fanno Tv.
Si! Però hanno una diversa preparazione. Non
c’è paragone. E’ tutta un altro tipo di storia. Io ho cercato di ballare,
di cantare, di recitare, di imitare e altre cose. Io di ragazze così non ne
vedo, ma devo anche dire che la televisione oggi si fa in maniera diversa dai
tempi miei e quindi probabilmente il teatro porterà fuori qualcuno di questi
ragazzi.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
(risata) Mio papà adorava cantare e
suonare la chitarra. Per me ha sempre sognato una cultura personale fatta di
pianoforte, di canto, ecc.. che io
ho fatto per pochissimi anni, perché poi dopo ho iniziato a recitare e non ce
la facevo più fare tutte queste cose insieme. Mio papà probabilmente sognava
di avere una figlia cantante. Poi invece la mia strada è stata quella della
prosa e io ho cominciato a soffrire un po’, perché la prosa a quei tempi e
quindi i teleromanzi che io ho fatto praticamente tutti, mi portavano via da
casa e mi portavano via da mia mamma per tanti mesi. Mio padre non era tanto
contento di questo, ma con il passare del tempo è stato orgogliosissimo. Credo
comunque di averlo fatto contento della carriera che ho intrapreso.
Il complimento più bello che hai ricevuto
e da chi?
Dal pubblico e dal teatro perché la
televisione ti porta a vedere un rapporto molto basato sulla simpatia. Quando tu
fai televisione hai una grande popolarità e la gente ti ferma per la strada e
ti fa un sacco di complimenti tipo “Ma quanto è simpatica”. In teatro
invece ho cominciato a sentire “Ma quanto è brava” e quindi per
un’artista è un complimento importantissimo. Fa più piacere che ti dicano
che sei bravo, più che sei simpatico. Da artista, il complimento più bello che
ho avuto e che mi è stato raccontato, perché non mi è stato fatto
personalmente, è quello che mi ha fatto Gigi Proietti, che mi chiama
“Stradivari”.
Una critica cattiva che ti ha dato
fastidio?
Una delle cose che più mi ha ferito ma che
è stata molto importante per il mio orgoglio è stata quando ho debuttato nel
varietà televisivo, perché io venivo dalla prosa, dove un critico di un
quotidiano romano, scrisse che ero più fredda della minestra di una mensa.
Questo per me è stato di grande stimolo, tant’è che poi questo giornalista
è diventato uno dei miei sostenitori.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
No! Mi piace Loretta Goggi e non mi ha mai
sfiorato l’idea di cambiarlo. Forse perché ho cominciato che ero una bambina
di nove anni a lavorare e quindi è stato abbastanza normale lasciare quello di
nome.
Che rapporto hai con la Fede?
Ho un rapporto molto importante. Sono
praticante, anche se sono una concubina, lo dico scherzosamente, fra virgolette
e quindi ho molti veti dalla Chiesa, come quello del fare la comunione, ecc…
ma io prego molto, la frequento, vado a Messa…
Sei una buona cristiana, insomma.
Buona (risata). Ci provo ad esserlo.
Ringrazio Dio ogni giorno, appena mi sveglio. Lo ringrazio della salute e di
tutto quello che mi ha dato, di come riesco a vedere il mondo, di godere degli
amici, dell’amore, della mia famiglia. Sono fortune, perché c’è gente che
ce gli ha e non le sa apprezzare.
Hai qualche sassolino nelle scarpe e che
vorresti toglierti?
No! Io credo che nella vita bisogna accettare
le cose positive e le cose negative. Ci sono incidenti di percorso, ci sono
incontri felici e ci sono incontri infelici, ma i sassolini te li togli
lavorando, rispondendo con il tuo lavoro o nel privato con la tua vita, con il
tuo modo di vivere la tua esistenza e così i sassolini escono da soli.
Un tuo sogno nel cassetto?
Preferisco pensare che il mio cassetto non
sia pieno di cose irrealizzate, ma che le cose entrino ed escano dal cassetto,
man mano che le realizzo e quindi è sempre un cassetto sempre aperto con fogli
che vanno e vengono.
A chi vorresti dire “Grazie”?
Grazie intanto ai miei genitori, grazie a Dio
e grazie a mio marito Gianni.
Dopo “Se stasera sono qui”, hai qualche
progetto particolare o vuoi staccare un pochino?
Questo è quello che faccio sempre. Questo è
uno spettacolo che sarà un po’ come quello di Proietti, il suo “A me gli
occhi, please”. Quindi ricorrente, aggiornato, cambierà forse il titolo ma in
linea di massima mi piacerebbe che restasse uno spettacolo da poter far girare
per tanti anni, non come un passatempo, ma da riprendere di tanto in tanto.
Naturalmente le proposte ci sono, sia cinematografiche, che teatrali. Deciderò
dopo aver finito lo spettacolo, quando avrà la mente sgombra e rilassata.